La qualità della vita associativa è il primo modo di promuovere l’AC. Il Consiglio parrocchiale nella programmazione prevederà le proposte formative, i progetti, la scelta degli educatori, le iniziative, le forme di comunicazione e di promozione dell’associazione. Come ogni programmazione che si rispetti, è necessario che essa muova da una verifica della percezione dell’AC in parrocchia (Che associazione siamo?) e che aiuti l’Associazione a progettare come vuole essere (Che associazione vogliamo essere?). Nella fase di verifica è necessario anche capire la situazione di aderenti e simpatizzanti della parrocchia e cercare le motivazioni di chi non ha rinnovato l’adesione.Idee di fondo
In un tempo che ci chiede l’urgenza della missione, le iniziative dei Progetti e delle Settimane hanno rappresentato in questi anni il “sogno” di un’Ac missionaria, sempre con lo sguardo “oltre” per il desiderio di condividere il Vangelo e di essere un segno vivo di speranza per tutte le persone del proprio tempo e del proprio ambiente.
Un’Ac missionaria è un’Ac che si interessa del territorio e cerca di farsi carico di tutto: con umiltà e con il senso del limite che induce a compiere delle scelte possibili, ma con uno sguardo che cerca di vedere tutto e di portare tutto nel cuore.
Un’Ac missionaria è un’Ac che conosce la creatività di linguaggi nuovi, che comunicano parlando in maniera sapiente della vita di tutti, che passano attraverso le cose e interpretano in maniera originale le scelte della vita di ogni giorno.
Il luogo: la parrocchia
La parrocchia è il luogo in cui trova spazio la scelta associativa, chiamata ad esprimersi nella formazione, nella missione e nella carità. Come ci ricordano anche gli Orientamenti pastorali dei vescovi italiani per il decennio 2010-2020, “Solo una comunità accogliente e dialogante può trovare le vie per instaurare rapporti di amicizia e offrire risposte alla sete di Dio che è presente nel cuore di ogni uomo. (…) La parrocchia – Chiesa che vive tra le case degli uomini – continua a essere il luogo fondamentale per la comunicazione del Vangelo e la formazione della coscienza credente; rappresenta nel territorio il riferimento immediato per l’educazione e la vita cristiana a un livello accessibile a tutti; favorisce lo scambio e il confronto tra le diverse generazioni; dialoga con le istituzioni locali e costruisce alleanze educative per servire l’uomo” (Educare alla vita buona del Vangelo, n. 41).
I “Progetti” sono degli strumenti pensati per un’Ac capace di abbracciare la propria vocazione laicale rispondendo con entusiasmo alla chiamata alla santità. Si tratta di idee e strumenti per arricchire in primo luogo la vita delle nostre associazioni e comunità parrocchiali. Quelli che vengono presentati sono progetti che solo localmente sarà possibile rendere concreti: un primo esercizio per dare forma essenziale ad una vita parrocchiale missionaria, viva, capace di parlare con le sue parole e con le sue scelte concrete, soprattutto capace di parlare con la generosità della vita e la chiarezza delle proposte.
Gli elementi qualificanti
Progettualità e discernimento
I progetti non sono un di più da inserire nella nostra vita associativa, né un nome nuovo da dare ad attività che facciamo già: vogliono essere semplicemente un modo per aiutarci a qualificare la nostra proposta formativa, dandoci alcuni elementi per leggere la realtà delle nostre comunità e delle idee e degli strumenti per rendere ancora più missionaria la nostra associazione.
I progetti riguardano ambiti diversi, e sono rivolti a persone che si trovano in differenti situazioni di vita: l’obiettivo comune è accompagnare queste persone nel percorso, facendogli sperimentare la ricchezza di un cammino di formazione umana e cristiana.
Per questo non vanno presi così come sono, ma vanno letti come provocazione e strumento per fare discernimento comunitario e individuare percorsi nuovi nelle nostre parrocchie e diocesi. Vanno inseriti armoniosamente nella vita ordinaria dell’associazione, e per questo non esistono dei tempi “stabiliti”: ogni progetto può avere punto di partenza, punto di arrivo e durata variabili a seconda della vita e degli impegni dell’associazione che lo elabora, e può tenere conto anche dell’anno liturgico. Per questo non devono neanche sostituirsi ai percorsi ordinari, alla riunione settimanale e alle normali attività dell’Ac, ma possono essere strumenti per rendere più vivace il già ricco itinerario associativo.
Missionarietà
La proposta dei progetti vuole essere un modo di provocare a inventare modi nuovi di essere per vivere la novità del proprio tempo, e per testimoniare una passione sempre rinnovata per l’annuncio del Vangelo. Saper andare incontro è la caratteristica del missionario: incontrare le persone nel loro ambiente, nelle situazioni della loro vita, nei loro interessi e nelle loro inquietudini; sapersi mettere in dialogo, coinvolgersi nelle esperienze (lavoro, famiglia, tempo libero, impegni…) che riguardano tutti: impegnarsi nei luoghi della vita, sapersi “mescolare” nel quartiere, nel paese, nell’ambiente, per essere lievito buono, parola che sa comunicare fiducia, sale che esalta il sapore delle cose.
Comunicazione
I progetti sono uno strumento che può aiutare a comunicare con maggior efficacia alcune attenzioni dell’associazione. Possono essere occasione per aiutare a divulgare attraverso la stampa diocesana e locale alcuni impegni dell’Ac (per esempio il giornale associativo diocesano potrebbe uscire come inserto al giornale locale). Si tratta di piccole opportunità per dire alla comunità cristiana e civile i tanti piccoli grandi impegni di servizio e di educazione che cerchiamo di portare avanti ogni giorno.
Sinergia
I progetti ci invitano a coinvolgere altre associazioni ecclesiali, altri gruppi locali, altre esperienze culturali e sociali presenti sul territorio. Costituiscono un’occasione per lavorare insieme e creare reti con le altre associazioni, a partire da quelle con cui condividiamo il testo per la formazione personale ma non solo (Acli, Agesci, Cif, Coldiretti, Confcooperative, Convegni di cultura Maria Cristina di Savoia, Csi, Focsiv, Fuci, Gioc, Masci, Meic, Ucid, Uciim…). Essere missionari è più facile se si vive insieme ad altri; se si è disposti a lasciarsi contagiare dalla passione per l’unità. Cercare il coinvolgimento di altre associazioni ecclesiali ci permette di evangelizzare attraverso un impegno di comunione che parla da solo; cercare la collaborazione di altre realtà – anche non ecclesiali – ci permette di evangelizzare attraverso la nostra disponibilità al dialogo, e ci offre motivi e sollecitazione per ricomprendere oggi il Vangelo.
Alcune note di metodo
Prima di fare, pensare: è l’unica condizione per non lasciarsi intorpidire dall’abitudine, per restare vigili e attenti a ciò che accade attorno a noi. Un pensiero che si lascia provocare dalla realtà e dalle sue esigenze, che nell’attenzione alla vita coglie provocazioni e spunti per vivere, nel quale si coglie un’eco della Parola. Solo un “di più” di pensiero e riflessione potrà aiutarci a percorrere la strada della novità come strada di libertà e di fedeltà al nostro tempo e a Cristo.
Se volessimo ridirci quali sono i “passi” per costruire un progetto, potremmo utilizzare questo schema:
Come pensare un progetto
Idea di fondo
L’idea di un progetto è determinata dall’esigenza di dare risposta a domande, espresse o inespresse, a bisogni che emergono nel proprio contesto associativo, parrocchiale e territoriale. Individuato quindi l’ambito di impegno, circostanziato con precisi elementi di analisi, si proverà a delineare l’idea di fondo, cioè il “sogno” al quale vorremmo dare forma concreta attraverso il progetto. Si tratta di immaginare un’idea bella, senza paura di osare troppo. Metteremo alla prova la nostra capacità di pensare in grande.
Obiettivo
È la scelta di un punto di arrivo, possibile, concreto. Va descritto con precisione. Più preciso è l’obiettivo, più facile ne sarà la realizzazione e la verifica del suo raggiungimento.
A che punto siamo
Per fare un passo avanti, è necessario sapere esattamente dove appoggiano i nostri piedi: qual è la realtà, di che cosa ha bisogno, quali risorse offre… Provare a interpretarla, a operare su di essa un discernimento.
Sviluppo
Descrivere il dinamismo che si vorrebbe attivare attraverso il progetto: quello che si vorrebbe far accadere realizzandolo; la successione delle fasi della sua attuazione.
Iniziative
Sono le attività, più o meno strutturate, che si scelgono per dare sviluppo al progetto.
Persone
È l’elenco delle persone che vengono coinvolte e dei compiti che ciascuna di esse ha: alla proposta di un impegno concreto sarà più facile trovare competenze e disponibilità. E sarà ancora più facile se saranno previsti momenti collegiali in cui ci si incontra per confrontarsi,
per verificare quello che si è realizzato.
Destinatari
Un progetto, se è concreto ed efficace, non può rivolgersi a tutti: sarebbe generico. Occorre allora indicare bene a chi si rivolge, in riferimento alle domande a cui vuole provare a rispondere.
Tempi
Si tratta di fare un’agenda, un calendario, una scansione di fasi. I progetti efficaci sono quelli che al momento di concludersi, fase dopo fase, hanno realizzato gli obiettivi previsti.
Sinergie
Se sono coinvolti diversi soggetti, il progetto diventa più impegnativo e affascinante. Creare sinergie con le altre associazioni, con le realtà che sono nella nostra comunità ci aiuta a costruire occasioni concrete di amicizia e di comunione. Ogni progetto inoltre rappresenta un modo di essere a servizio della nostra chiesa diocesana.
Metodo
La dinamicità di un progetto richiede dinamicità di metodo; oltre la “tradizionale riunione settimanale” si possono sperimentare anche nuove forme di coinvolgimento e partecipazione, privilegiando la dinamica laboratoriale. Occorre chiedersi: in quali altri modi possiamo proporre dei percorsi di formazione e di
crescita?
Costi
Occorre essere capaci di autofinanziamento: possibilmente corresponsabile! Come reperire i fondi… Oltre che chiedere ai soci o al parroco di contribuire, occorre sempre più saper inventare attività che diano un piccolo reddito (la “fiera del dolce” delle nostre madri) e saper usufruire di finanziamenti messi a disposizione
da Enti locali per realizzare progetti utili alla comunità.
Sussidi e materiali
Indicare i sussidi, le pubblicazioni; ma anche gli aiuti che l’associazione offre in termini di strumenti o di iniziative formative, sia a livello diocesano che nazionale.
Verifica e valutazione
Se il progetto nasce da un bisogno rilevato non potrà svilupparsi senza un attento monitoraggio che consenta di verificare quanto si sta proponendo ed eventualmente rimodulare in itinere la proposta. Sarà importante che qualcuno delle persone coinvolte attui una osservazione discreta per rilevare punti di forza e debolezza, pareri e opinioni, gradimento e possibili sviluppi.
Responsabile
Il Consiglio parrocchiale di Ac può decidere di incaricare una persona che in maniera specifica si incarica della realizzazione del progetto, di documentarne la realizzazione, rispondendone al Consiglio stesso; un referente che possa anche creare contatti con altre realtà impegnate in progetti simili.