Come adulti, sentiamo particolarmente radicata nella nostra condizione la cura educativa, la formazione delle nuove generazioni, la custodia e la trasmissione di quel tesoro che di generazione in generazione si tramanda come dono e rendimento di grazie.
Sentiamo la necessità di condividere i problemi dell’educazione, affrontando le urgenze che il nostro tempo ci propone, e di impegnarci, come sempre, ad accompagnare il cammino di formazione di una coscienza laicale matura attraverso una proposta ordinaria, popolare, permanente. È una sfida e un compito che vogliamo assumerci proseguendo la tradizione dell’impegno educativo dell’AC, che per noi significa anche consegnare alle nuove generazioni quel patrimonio di storia, di vita cristiana, di attenzione al tessuto sociale e civile che è ed è stata l’Azione Cattolica.
Il triennio che stiamo vivendo, in continuità con le scelte di quello precedente, ci richiede di investire sempre più nel dialogo intergenerazionale, che il settore adulti già sperimenta costantemente al suo interno: dialogo tra i più giovani e i più adulti, tra i nonni e le giovani famiglie o le giovani coppie.
Tale dialogo richiede capacità di “generare”: come può un adulto condividere e trasmettere un patrimonio di valori alle giovani generazioni, se non “generandolo” da una vita piena? Solo un adulto maturo può gestire il processo educativo dei più piccoli e dei più deboli con consapevolezza, con padronanza di sé, accettandone la fatica e formandosi ad assumere i compiti che esso comporta.
Questo significa anche passare dalla concezione di chi considera scontato l’apprendistato alla vita adulta, come dimensione di un “destino” inevitabile, alla consapevolezza che all’educativo spetti sempre intraprendere una trasformazione interiore, morale e civile insieme, e, dunque, a sua misura, questa dimensione è tipica anche dell’esperienza dell’adulto.
Ci pare poi una sfida interessante dipanare i nodi critici che separano i giovani dalla fede, diventando sempre più capaci di una testimonianza semplice e viva, ma anche della profondità di argomentazioni che le nuove generazioni chiedono. Dialogo intergenerazionale significa testimoniare che è possibile essere persone mature, adulte, però ancora in cammino, sia spiritualmente che culturalmente; essere capaci di andare oltre le apparenze, fare riemergere le persone dall’indifferenza, affinché prendano coscienza delle loro domande nascoste, facendo evolvere i bisogni in desideri. Occorre superare la cultura dell’immediato, e far luce sul desiderio di Assoluto presente in ciascuno, che si esprime nella ricerca di bellezza, giustizia, pace.
Da questa consapevolezza matura l’ordinarietà dello spendersi per il bene comune, che rappresenta la cifra più caratteristica dell’impegno dei laici adulti di AC. E questo è possibile continuando a lavorare per una formazione sociale e politica, parte integrante, non accessoria, dei cammini di fede e di spiritualità.
L’adulto infine vive e crea relazioni che possono generare e diventare legami. Curare con intento educativo la comunicazione, la narrazione delle esperienze e la loro messa in rete, costituisce la ricchezza dell’essere associati.
Maria Graziano, Vicepresidente nazionale del Settore Adulti