Nato a Caltagirone (CT) il 26 novembre 1871 da nobile famiglia, don Luigi Sturzo fu ordinato sacerdote il 19 maggio 1894. Suo fratello maggiore Mario fu vescovo di Piazza Armerina (EN). A Roma, soprattutto, mentre perfezionava i suoi studi, conseguendo il diploma in filosofia e la laurea in teologia, nel constatare la grande miseria del popolo, ebbe la vocazione di portare Dio nella politica e si diede tutto all’attuazione dei principi della dottrina sociale della Chiesa.
Fu l’assistente del Comitato interparrocchiale di Azione Cattolica di San Giorgio dal 1895, e negli anni successivi si dedicò all’animazione e al sostegno dei Comitati di Azione Cattolica che sorsero nelle parrocchie di vari paesi della diocesi. Nel 1897 fondò il giornale “La Croce di Costantino”, organo di collegamento tra i Comitati della diocesi di Caltagirone, poi anche di Piazza Armerina.
Fu pro-sindaco di Caltagirone per 15 anni, adoperandosi in tutti i modi per innalzare il livello economico e culturale della città.
Chiamato da Benedetto XV nel 1915 a ricoprire la carica di Segretario della Giunta Centrale dell’ACI, sotto la presidenza di Giuseppe Della Torre, ben presto chiamato alle armi. Sturzo si trovò quindi a supplire tale assenza, svolgendo di fatto le mansioni di segretario e di presidente.
Nel 1919 si dimise da tale servizio, fondando il Partito Popolare italiano, di cui divenne segretario. Sopraggiunta la dittatura fascista, nel 1924 fu costretto ad un lungo esilio, sopportato eroicamente, prima a Londra, poi negli Stati Uniti, ove con i suoi scritti e le sue pubblicazioni proseguì nella lotta per la salvezza eterna dell’uomo attraverso il bene comune e la difesa della libertà e della democrazia. Fece ritorno in Italia nel 1946.
Egli usava dire “sono un sacerdote, non un politico”: Il presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, nel 1952 lo nominò senatore a vita. Morì in Roma 1’8 agosto 1959. Successivamente il suo corpo fu traslato a Caltagirone, dove riposa nel Mausoleo a lui dedicato presso la Chiesa del SS. Salvatore.
Sue caratteristiche furono una continua unione con Dio, un profondo senso della giustizia, una eroica obbedienza alla Chiesa, un grande amore per i poveri. Papa Giovanni XXIII lo definì “esempio di preclare virtù sacerdotali”. Papa Giovanni Paolo II nel suo discorso ai vescovi siciliani in occasione della loro visita ad limina nel 1981 ne ha esaltato “la vita, l’insegnamento e 1’esempio nella piena fedeltà al suo carisma sacerdotale”.
È stata presentata istanza per la causa della sua canonizzazione.