La XIV Assemblea nazionale di Ac è stata celebrata a Roma, alla Domus Pacis, dal 6 all’8 maggio 2011, sul tema “Vivere la fede. Amare la vita. L’impegno educativo dell’AC”.
Sono stati due i temi-forti del lungo ed interessante dibattito assembleare: “l’ACI e l’Italia”, “l’ACI e la Chiesa”.
Nella sua relazione introduttiva, Miano, ha sottolineato questo aspetto. «Siamo preoccupati – ha detto – per la tenuta morale del Paese». Non un proclama, ma l’espressione di un’attenzione che guarda al fondamento delle cose.
Nella storia del Paese «l’AC – ha continuato il presidete – ha fatto la sua parte, formando generazioni di uomini e donne appassionate dell’Italia e insegnando che a nessuno è lecito stare in panchina».
Il ruolo dell’AC nella storia delle nostre comunità è stato ribadito anche negli interventi di apertura del cardinale Stanisław Ryłko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, di mons. Mariano Crociata, segretario generale della CEI, e nell’omelia del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della CEI. Anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel suo messaggio all’Assemblea, si è soffermato su questo aspetto: «Nell’evolversi della sua identità associativa – ha affermato -, l’Azione cattolica è divenuta una importante componente del tessuto sociale del Paese».
Su queste premesse l’Associazione ha rinnovato il suo impegno per la crescita del Paese e per la vita della Chiesa.
Ad un Paese che non sa più parlare di un “noi” collettivo, e ad una Chiesa italiana che sembra aver perso il coraggio di osare per cambiare cose impossibili, l’Assemblea nazionale si è presentata ancora una volta, con i suoi 1300 delegati, come una unità morale, democratica, responsabile. Un “noi” che racconta la nostra storia. Un “noi” che si racconta nella vita esemplare e di santità di tanti uomini e donne. Ma anche nei tanti volti incontrati nei nostri gruppi. Un “noi” che si apre alla diversità (fra di noi) ed alle differenze (con gli altri) con spirito pronto all’ascolto, con rispetto, con la voglia di cambiare.
È stato edificante, anche per chi conosce bene le dinamiche assembleari, assistere ad una partecipata sessione di lavoro chiusa alle 2.00 del mattino. Un’Assemblea che ha parlato anche il linguaggio dell’universalità grazie alla presidenza di Emilio Inzaurraga, coordinatore del Forum Internazionale di Azione Cattolica.
La lezione della XIV Assemblea nazionale che, delegati ed uditori, ci portiamo dentro è questa: solo amando veramente la vita, viviamo autenticamente la fede.
S.E. Mons. Domenico Sigalini, assistente generale dell’AC, lo ha spiegato con questa immagine: «prendiamo sulla barca della nostra vita Gesù. È il centro di essa».
E per meglio storicizzare questa vocazione papa Benedetto XVI, nel suo messaggio all’Assemblea, ha consegnato all’AC quattro «indicazioni di impegno»: la prospettiva educativa, la proposta della santità, la formazione all’impegno culturale e politico, una dedizione di ampio respiro nel grande sconvolgimento del mondo e del Mediterraneo.
«L’Azione Cattolica – ha affermato il Papa – è una forza educativa qualificata, sostenuta da buoni strumenti, da una tradizione più che centenaria. Sapete educare bambini e ragazzi con l’ACR, sapete realizzare percorsi educativi con adolescenti e giovani, siete capaci di una formazione permanente per gli adulti».
A noi, adesso, nelle nostre parrocchie, il compito di tradurre ogni giorno la nostra vocazione in concreto servizio alla Chiesa e al Paese.
Rocco Massimo Cappellano