Il popolo siciliano sarà presto chiamato alle urne per il rinnovo dell’assemblea regionale e ciò avviene durante la pesante crisi economica che l’intero Paese tenta di superare tra malumori e scelte impopolari.
La nostra regione vive immersa da lungo tempo in una fase di decadimento sociale e culturale, che a più riprese ha visto e vede soffrire operai, imprenditori, giovani, donne, uomini, famiglie intere, al collasso per la perdita di posti di lavoro, per il caro vita, per la sempre più disarmante e assordante scissione tra uomini del potere, spesso prestigiatori di privilegi, e il popolo, vittima di pressanti richieste di sacrifici.
È sotto gli occhi di tutti il trionfo di colori e immagini, che già caratterizza e di giorno in giorno caratterizzerà sempre di più le nostre città. Gli slogan dei candidati all’Ars provano a colpire gli elettori su temi così abusati da trovare spesso solo l’indifferenza di quanti si imbattono per strada su metri quadri di carta e su facce più o meno sorridenti. Promettono impegni, responsabilità, sogni… oppure annunciano rivoluzione, ricostruzione, libertà, cambiamento. Pochi parlano di servizio, di lavoro “insieme”, di collaborazione. È opportuno chiedersi seriamente: cosa li spinge a metterci la faccia e a sacrificarsi per tutti? È necessario ricordarsi del diritto/dovere al voto, ma è essenziale chiedersi pure su chi riporre la propria fiducia. Non è difficile leggere una sfiducia e una diffidenza generali rispetto a quanti vengono considerati gli ennesimi approfittatori, venditori di fumo che hanno maturato nel tempo competenza e scaltrezza. Vogliamo poter andare oltre questa legittima paura per rimettere al centro le priorità della nostra regione. Serve l’impegno di tutti per pensare, ideare e costruire un volto nuovo della Sicilia. La logica dei tagli agli sprechi sta cambiando la nostra vita quotidiana. Sempre più famiglie sono costrette ad affollare centri commerciali più o meno lontani dai propri paesi di residenza, pur di “risparmiare”. La “roba” e il controllo continuo delle proprie tasche sta cambiando e abbruttendo il volto del popolo siciliano.
È urgente promuovere una nuova cultura del lavoro produttivo, lontana dalle logiche mafiose e dai favoritismi, che sappia incoraggiare l’iniziativa imprenditoriale privata. Occorre guardare con più capacità progettuale alle professionalità giovanili dell’isola, scommettendo con passione e competenza in turismo, cultura e agricoltura.
La Sicilia ha una vocazione turistico-culturale, perché non investire seriamente in questo settore? Cosa non convince i nostri politici di turno? Ciò comporterebbe la creazione di un indotto turistico-culturale capace di produrre risorse economiche e trattenere il capitale umano giovanile costretto ad emigrare oppure a non “sognare”. Ridare fiato alla cultura e al suo potenziale economico, bloccare la spirale che sta lacerando i rapporti tra pubblico e privato, fomentando il dilagante diffondersi della sfiducia nelle Istituzioni democratiche, garantire e preservare il diritto alla salute e alle cure ospedaliere, il diritto all’istruzione e alla casa, il diritto al lavoro: sono queste le priorità che nascono dal desiderio di credere in una società più giusta, più solidale, più bella, e di lavorare insieme per costruirla.
L’essere cristiani ci spinge a guardare con speranza e in modo propositivo alle difficoltà e alle attese del popolo siciliano, e alla complessità dell’oggi! L’esperienza ordinaria dell’incontro con il Risorto, ci induce e conduce ad incontrare gli altri per costruire o ri-costruire insieme, secondo logiche di condivisione e sacrificio, il bene di tutti.
È per questo che guardiamo alla data delle prossime elezioni regionali con interesse, responsabilità e criticità. È per questo che vogliamo pensare e costruire insieme la Sicilia del futuro! È davvero fondamentale prepararsi all’appuntamento elettorale per rinnovare con coscienza e serietà la classe politica regionale. Il nostro voto deve essere il frutto di una seria riflessione, a partire dallo studio dei programmi e dal creare spazi pubblici di condivisione e progettualità politica. I cittadini devono sentirsi chiamati a tracciare una strada nuova per il percorso di crescita e riscatto socio-culturale dell’isola. Costruire una casa comune è possibile, ed è per questo che il popolo deve poter pretendere un serio cambiamento di rotta dalla politica, esercitando il dovere/diritto di dire la propria liberamente e democraticamente.
Prima di essere costretti a fare cassa aumentando i tagli in assistenza sanitaria e sussidiarietà, occorre ricordare con fermezza ai tanti candidati che si apprestano a competere per popolare l’assemblea regionale, che è urgente un governo regionale che sappia, oltre le logiche separatiste, accordarsi con la realtà del Paese, rivedendo innanzitutto i propri costi: sarebbe un segnale di grande responsabilità. E a quanti ricopriranno ruoli di governo e coordinamento sarà necessario chiedere – e pretendere da loro una volta eletti – uno spirito di servizio, che assuma realmente il sacrificio come dimensione propria di ogni sforzo volto al bene comune.
Con forza e determinazione ribadiamo che il possibile volto nuovo della Sicilia esige:
- serietà e competenza nel governare
- una decisiva capacità di nuova progettualità dalla classe politica
- una rinnovata responsabilità degli elettori
- l’impegno costante di tutta la società siciliana
Vogliamo metterci alla scuola del sogno di legalità e progettualità che ha mosso il cuore e le energie pastorali di don Pino Puglisi, segnando davvero un nuovo corso per la Sicilia. Partecipazione e coerenza: queste cose ci chiedono pressantemente la nostra terra e la nostra fede!
AZIONE CATTOLICA ITALIANA – DELEGAZIONE REGIONALE SICILIA
MOVIMENTO ECCLESIALE DI MPEGNO CULTURALE – DELEGAZIONE REGIONALE SICILIA