UN PAPA VENUTO DAL SUD DEL MONDO – «Papa Francesco viene dal sud del mondo portando con sé la storia di una Chiesa e di popoli che vivono nella marginalità, nella povertà, nel bisogno. Dal sud, con Papa Francesco, queste storie risalgono verso il centro, recuperando le distanze, richiamando all’unità, annunciando il Vangelo di Cristo».
«Lo Spirito Santo ha scelto il Pescatore. Un uomo mite e forte». Questo il primo commento a caldo sull’elezione di papa Francesco twittato da Mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone. Il vescovo calatino è poi è tornato sull’argomento, invitando i fedeli ad una lettura spirituale degli eventi, per discernere i segni dei tempi e scorgere l’azione dello Spirito Santo nella nostra vita e nella nostra storia.
LA PROFEZIA DI FRANCESCO – La riflessione di Mons. Peri prende le mosse da una prima considerazione: nell’elezione di Jorge Maria Bergoglio, il cui nome non era circolato tra i “papabili”, è evidente l’azione dello Spirito, che ha scompaginato i piani degli uomini. Ma anche nei primi gesti del nuovo papa si può cogliere – secondo il pastore della Chiesa calatina- un elemento di sorpresa e di novità, rispetto alle categorie usuali con cui si è soliti vedere il papato. Colpisce innanzi tutto aver voluto dare risalto alla dimensione pastorale del Ministero petrino, introducendo «con semplicità ed immediatezza un nuovo stile comunicativo fra Popolo e Pastore, uno stile simmetrico, circolare ed aperto». Il suo messaggio, fatto di semplicità di gesti e di parole, «ha allargato il cuore di ognuno – che sia vicino o lontano a Cristo e alla sua Chiesa», e impegna «ad un protagonismo nuovo, ad una responsabilità verso la Chiesa e verso il mondo che non ha più deroghe, dispense, eccezioni». Notevole è poi l’essersi riferito a sé stesso come il “vescovo di Roma”, una scelta non casuale ma «ecclesiologicamente significativa ed ineccepibile, che rinvia alla dimensione di un primato che si fonda sulla collegialità»; ed infine l’«avere sottolineato la centralità della preghiera e dell’evangelizzazione nella vita della Chiesa». Sono “segni profetici”, «che rimarranno alla storia», come la preghiera per il Papa emerito, e la preghiera del Popolo di Roma sul suo Pastore.
UN PAPA DALLA PERIFERIA DL MONDO – Si tratta di «un vero cambiamento spirituale e pastorale», iscritto nella vita di Jorge Maria Bergoglio, un papa che, «come Gesù, che è entrato nella storia dalla periferia della povera campagna di Betlemme», è venuto dal Sud del mondo, «portando con sé la storia di una Chiesa e di popoli che vivono nella marginalità, nella povertà, nel bisogno. Dal sud, con Papa Francesco, queste storie risalgono verso il centro, recuperando le distanze, richiamando all’unità, annunciando il Vangelo di Cristo». È una vera rivoluzione, quella di papa Francesco, non di potere ma di significato: un invito a de-centrare i nostri ragionamenti dalle logiche del mondo, per chiederci qual è veramente il centro della nostra vita: «Abbiamo forse sostituito le premesse, le nostre convinzioni, i nostri ragionamenti e le nostre verità alla Verità?».
LA SCELTA DI CHIAMARSI FRANCESCO – Il nome Francesco, ispirato al Poverello di Assisi, suona «come un annuncio programmatico per una Chiesa povera, semplice ed evangelica»; ma rinvia anche alla lunga storia di santità della Chiesa: a San Francesco di Sales, «padre della spiritualità moderna, espressione di un nuovo umanesimo, santo dell’educazione, testimone del dialogo ecumenico»; ma anche a San Francesco Saverio, «fra i primi a seguire Sant’Ignazio, il più grande missionario dell’epoca moderna, evangelizzatore dell’India e del Giappone, ponte di dialogo fra diverse culture e religioni». “Le suggestioni che vengono da questi primi passi del pontificato di papa Francesco – conclude Mons. Peri – indicano tutti la stessa strada: «rimettere al centro Cristo, la soggettività del Popolo di Dio, il cammino di Fede, la dimensione pastorale del Ministero petrino».
Giacomo Belvedere