La domenica delle Palme è tradizionalmente il giorno in cui i giovani celebrano la GMG nelle proprie diocesi. L’elemento essenziale e centrale del messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la XXVII Giornata mondiale della gioventù è la gioia. È infatti un versetto della lettera di San Paolo ai Filippesi ad essere da guida al messaggio: “Siate sempre lieti nel Signore” (Fil 4,4). Una gioia ed un entusiasmo che permette di guardare avanti nelle difficoltà, ritrovare la speranza nei momenti più duri, essere luce e nuova linfa da mettere a disposizione per la costruzione di una società più giusta, equa, e chiamata dal futuro. È la gioia del cuore, non temporanea, non aleatoria, non intermittente, ma costante e radicalmente fondata sulla meraviglia di un Incontro, l’incontro con Dio.
Come giovani di AC ci sentiamo fortificati ed accompagnati, in questo cammino alla riscoperta della felicità piena della vita, dal beato Pier Giorgio Frassati. Il Santo Padre, nel messaggio per la Gmg 2012, ha richiamato il famoso dialogo tra Pier Giorgio e la sorella: “Tu mi domandi se sono allegro; e come non potrei esserlo? Finché la Fede mi darà la forza sempre allegro! Ogni cattolico non può non essere allegro… Lo scopo per cui noi siamo stati creati ci addita la via seminata sia pure di molte spine, ma non una triste via: essa è allegria anche attraverso i dolori” (Lettera alla sorella Luciana, Torino, 14 febbraio 1925).
È lo stile con cui, come giovani, vogliamo impegnarci a vivere in ogni ambito della nostra quotidianità, dalla scuola all’università, dalla famiglia al lavoro, dalla parrocchia al nostro impegno associativo. Accettiamo con entusiasmo la “sfida” che ci lancia il Santo Padre: non farsi sopraffare dalle fatiche e dalla paure, ma affrontarle con il cuore colmo della grande Speranza che viene dal Signore Gesù. Guai, è la bellissima provocazione di Benedetto XVI, se ci facessimo soffocare dal difficile contesto socio-economico: perderemmo, insieme a tanti beni materiali, il bene più’ prezioso, la nostra umanità.
Uno stile, quello della gioia, ci ricorda Benedetto XVI, che è frutto della fede. Ne siamo convinti, la gioia vera è il frutto dell’incontro con Dio innamorato dell’uomo, che cambia la tua vita, la trasforma, la plasma, la rende veramente piena e necessariamente spendibile e pronta per essere donata agli altri nella prospettiva del bene comune. È bellissimo poter testimoniare che una volta incontrato il Signore, non puoi fare a meno di raccontare a tutti la gioia che riempie il tuo cuore. Una dimensione, quella della felicità del cuore, che ci fa uscire da noi stessi, per mettere al centro delle nostre relazioni l’altro, con particolare attenzione alla propensione alla carità e alla scelta preferenziale dei poveri.
Una fede contagiosa, più che dottrinale, quella che i giovani vivono cercando di incarnare l’esempio di Pier Giorgio Frassati. La meta è una santità laicale vissuta nel quotidiano, in cui la bellezza, la tenerezza, l’ascolto e la cura dell’altro diventano gli elementi costitutivi. Essere missionari della gioia, come ci chiede il Santo Padre, significa prima di tutto raccontare con la vita il nostro personale incontro con Cristo, un incontro che, se autentico, non può non contagiare i giovani in ricerca della vera e piena felicità.
Mettersi in gioco, quindi, con le proprie ferite e debolezze, i dubbi e le difficoltà, ma soprattutto con l’allegria, il coraggio e l’entusiasmo tipico dei giovani. È ciò che il Papa ci raccomanda, ricordandoci che “il nostro cuore è fatto per la gioia”, e quindi per amare, mettendo a disposizione di tutti anche le nostre capacità e competenze per contribuire, con generosità, all’edificazione di una società più umana.
Sentirsi accolti ed amati da Dio, sostenuti continuamente nel palmo della Sua mano, è la strada per amare ed accogliere chiunque incontreremo nella nostra vita, incarnando la convivialità delle differenze in tutte le nostre relazioni, magari con un tocco di auto-ironia che eviti l’esaltazione del nostro io.
È il momento favorevole, quindi, per essere sempre più generosi, accoglienti, solidali, come ci ricordano gli orientamenti triennali dell’Azione cattolica, perché è attraverso queste prospettive che il nostro cuore può ritrovare la forza della speranza.
Siamo convinti che vivere la gioia, la speranza e la verità nella quotidianità dell’esistenza implica camminare con coraggio nella vita, soprattutto in un tempo che sembra essere davvero difficile e faticoso. Anche in tornanti duri della storia, non dobbiamo aver paura di puntare “verso l’alto”, certi di quanto sosteneva il prossimo Beato Giuseppe Toniolo: «Noi credenti sentiamo, nel fondo dell’anima, che chi definitivamente recherà a salvamento la società presente, non sarà un diplomatico, un dotto, un eroe, bensì un santo, anzi una società di santi».
“Fate della vostra vita un capolavoro”, ci invitava il Beato Giovanni Paolo II. Noi giovani ci siamo e lo ribadiamo con forza, consapevoli che donare la propria vita per gli altri da più gioia e pienezza di vita che perseguire esclusivamente i propri interessi personali; che lavorare per il bene di tutti inevitabilmente vuol dire lavorare per il proprio bene. È la profezia del “noi”, che ci fa concretamente sperimentare l’energia travolgente della fede, fonte di vita a noi abbondantemente donata.
Buona Gmg 2012 a tutti e… Rio, stiamo arrivando!
Lisa Moni Bidin e Marco Sposito, Vice presidenti nazionali per il Settore Giovani