Viene dall’India il sussidio per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2013. Ogni anno il sussidio che accompagna le celebrazioni di quest’iniziativa, che prese il via nel 1908, è affidato a un gruppo ecumenico di un Paese diverso.
Quest’anno il compito è stato affidato appunto all’India: nell’opera sono stati impegnati il Movimento studentesco cristiano dell’India, cui aderiscono circa diecimila universitari, e la Federazione degli universitari cattolici di tutta l’India, coadiuvati, per la versione definitiva, dalla Commissione internazionale del Consiglio ecumenico delle Chiese e dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Una condanna forte al sistema delle caste, il grido di dolore dei dalit, gli esclusi, che sono per la maggio parte cristiani, ma anche le persecuzioni contro i cristiani e le altre minoranze religiose.
Temi particolarmente importanti per la società indiana, dove i cristiani rappresentano il3,5% della popolazione e dove la libertà religiosa (pur sancita dalla Costituzione) non è sempre rispettata. In questo contesto, le varie Chiese cristiane possono svolgere un ruolo delicato: costruire una cultura del dialogo e di armonia con tutta la società. Le meditazioni attraversano gli otto giorni con la metafora dell’uomo in cammino che si confronta con l’interrogativo tratto dalle parole del profeta Michea: “Che cosa vuole Dio da noi”.
La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è un’occasione preziosa: Cattolici, ortodossi ed evangelici uniti nella preghiera e in preghiera per l’unità. Così si è espresso papa Benedetto XVI:”Proprio in questi giorni, dal 18 al 25 gennaio, si svolge l’annuale Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, un momento sempre gradito ai credenti e alle comunità, che risveglia in tutti il desiderio e l’impegno spirituale tesoroper la piena comunione. In tal senso è stata molto significativa la veglia che ho potuto celebrare circa un mese fa, in questa Piazza, con migliaia di giovani di tutta Europa e con la comunità ecumenica di Taizé: un momento di grazia in cui abbiamo sperimentato la bellezza di formare in Cristo una cosa sola. Incoraggio tutti a pregare insieme affinché possiamo realizzare «Quello che esige il Signore da noi» (cfr Mi 6,6-8), come dice quest’anno il tema della Settimana; un tema proposto da alcune comunità cristiane dell’India, che invitano ad impegnarsi con decisione verso l’unità visibile tra tutti i cristiani, e a superare, come fratelli in Cristo, ogni tipo di ingiusta discriminazione”.
Da dove posso cominciare a essere unito in Cristo, ai fratelli? Forse, prima, la mia vita dovrebbe diventare unificata, tutta per Lui. Solo allora potrò rivolgermi con i fratelli alla ricerca della vera unità.