Il Circolo S. Tommaso d’Aquino e gli inizi dell’AC calatina

Il primo Circolo aderente alla Società della Gioventù Cattolica, che contava in Sicilia solo poche Associazioni, venne fondato a Caltagirone nel 1884. Il Circolo fu inaugurato nella sagrestia della Chiesa del Rosario e venne intitolato a S. Tommaso d’Aquino. Principali animatori del circolo, che ebbe molto seguito tra i cattolici della città, furono: il cav. Felice di Sturzo, padre di Mario e Luigi, il cav. Emanuele Taranto, il canonico Mario Mineo Janny, Mario Sturzo, l’avvocato Giacomo Strazzuso, primo presidente del Comitato diocesano calatino dell’Opera dei Congressi.Come ricorda Carmelo Carestia, vi si discutevano argomenti di politica, di letteratura, di economia: “Il dubbio o la questioncella non era che un pretesto; lo scopo era più alto e più pratico all’un tempo, perché implicava non una tenue ed effimera ricchezza della nostra intelligenza, ma tutto un rinnovamento e un rinvigorimento dell’intera coscienza cristiana”.
Tra le attività realizzate dal Circolo si annoverarono: una riuscita “Biblioteca Circolante”; la celebrazione del 50° anniversario del sacerdozio di Leone XIII; ritiri spirituali; proteste pubbliche, pubblicate da alcuni giornali cattolici, contro un gruppo di giovani che disturbavano le funzioni sacre nelle chiese di Caltagirone.
Il movimento cattolico-sociale nella diocesi di Caltagirone cominciò a svilupparsi con l’elezione di Mons. Saverio Gerbino, vescovo della diocesi di Caltagirone dal 1887 al 1898. Risale al dicembre 1889 un “manifesto” in cui il nuovo vescovo nominava un Comitato diocesano per gli interessi cattolici. Nel 1890, sotto l’impulso del suddetto Comitato, il locale Circolo della Gioventù Cattolica si mutava in Associazione Cattolica, aperta a persone di ogni età e classe sociale, e cominciava a promuovere delle iniziative più concrete a carattere sociale che si saldavano con l’impegno religioso.
Sull’attività cattolica di quegli anni nella diocesi calatina, in una lettera circolare di Mons. Gerbino indirizzata ai parroci nell’ottobre 1895, il vescovo scriveva che era suo fermo desiderio che tutti i presbiteri della diocesi si impegnassero per promuovere i Comitati Parrocchiali dell’Opera dei Congressi, e passava ad elencare le iniziative realizzate dall’unico comitato effettivamente funzionante in diocesi, quello della parrocchia di S. Giorgio, animato da Luigi Sturzo: “Nella nostra città oltre il Comitato Diocesano, da Noi stabilito la scorsa primavera, è stato già fondato in S. Giorgio un Comitato interparrocchiale, il quale ha già cominciato a lavorare. Ha esso fondato la Sezione giovani S. Filippo Neri  e la Sezione operai S. Giuseppe; e così, seguendo l’impulso del benemerito Nostro Comitato diocesano, diffonde la Lega contro la bestemmia, e sta studiando il modo d’impiantare una cassa rurale ed altre opere. Per la qual cosa, fratelli in Gesù Cristo, voi che siete Parroci di questa città, impegnatevi, mettendovi in relazione coll’Assistente Ecclesiastico del Comitato interparrocchiale di S. Giorgio – il Sac. L. Sturzo – e col Presidente – il Notar F. Sagone – ad aumentare il numero dei socii del Comitato stesso. Noi stabiliamo il termine del presente anno 1895 alla fondazione dei comitati in tutte le parrocchie della Diocesi; i parroci che li fonderanno daranno notizia per l’approvazione al Presidente del Comitato diocesano – avv. G. Strazzuso – ; coloro che non li avran fondati, devono significare al detto Presidente…le ragioni per le quali non hanno fondato i Comitati, e il Presidente, sentito il parere del Comitato diocesano, riferirà a Noi per giudicare del valore di tali ragioni”.
Il Comitato di S. Giorgio, di cui era assistente ecclesiastico Luigi Sturzo, venne denominato “interparrocchiale” per raccogliere tutte le persone della città disponibili ad un rinnovamento religioso, data anche la resistenza e la sfiducia dei parroci nei confronti di quella che era giudicata un’inutile novità.

Margherita Marchese