“Ogni donna e ogni uomo viene per raccontare storie”. Ed è quello che ha fatto Marco Pappalardo con Carlo Acutis. Carlo Acutis un giovane ragazzino che durante la sua vita si è sempre speso per gli altri ma soprattutto per chi aveva più bisogno di aiuto. Purtroppo morì a soli 15 anni a causa di una leucemia. Il presupposto da cui nasce il racconto di questa storia parte dalla beatificazione di Carlo. L’immagine che viene svelata di Carlo è un immagine seria, come per dire che la santità dovesse essere seria. Cosa che non è. San Giovanni Bosco diceva che “il cristiano è felice” e Carlo lo era. Da qui nasce la storia di questo libro: una storia che viene raccontata in maniera diversa dalla solita biografia. Già dal titolo del libro “Io e Carlo” notiamo che nella storia non c’è solo Carlo ma anche qualcun altro. Questo qualcun altro è un alter ego di Carlo: una ragazza, Ester, che va a scuola e a cui il professore lascia un compito per le vacanze, quello di fare una ricerca sul web. Mentre lei sta facendo questa ricerca le spunta il nome di Carlo Acutis; Ester si incuriosisce e comincia a cercare tutto su di lui. Da questo momento in poi le strade di Ester e di Carlo si incontrano per poi non lasciarsi. Qui vediamo la storia di Carlo da un punto di vista diverso, cioè quello femminile. Su di lui si è detto di tutto in questi anni a partire dal processo di beatificazione. Questo libro vuole dare una visione giovanile della storia di Carlo facendo scoprire come una ragazza conosce e incontra la sua storia.