Nel disegnare un “profilo possibile” dei giovani di Azione Cattolica, il primo riferimento è alla nostra storia.
Non si tratta di un vezzo retorico o un pedaggio da pagare ai cultori del passato, ma il riconoscimento di essere innestati “come nani sulle spalle di giganti” in un cammino di santità e di dedizione laicale che ha molto da dire all’attualità ecclesiale e civile. Crediamo infatti che Pier Giorgio Frassati, il “giovane delle otto beatitudini”; Armida Barelli, la “sorella maggiore” di generazioni di ragazze italiane e non solo; Gabriella dell’Unità, una vita offerta per l’unità della Chiesa; Antonia Mesina e Pierina Morosini, una fede semplice e popolare e un amore incandescente; Alberto Marvelli, l’ “ingegnere manovale della carità”; Carlo Carretto, piccolo fratello, instancabile cercatore dell’unica cosa necessaria, e tanti altri realmente continuino a camminare con noi.
Un altro riferimento essenziale è la lunga lettera che il Papa Giovanni Paolo II ci ha inviato in occasione dell’incontro nazionale “La parola ai giovani… nell’AC che cambia” dello scorso 7-9 dicembre 2001. Dalle sue parole abbiamo tratto il filo conduttore del “profilo” che vi presentiamo: lo stile del discepolo. Giovanni Paolo II, infatti, ci ha indicato alcune figure di persone che hanno incontrato il Signore e in cui ravvisare le caratteristiche della “giovinezza” evangelica. La stessa evangelizzazione è per noi quel “passa parola” che avviene attraverso l’approccio personale, la condivisione paziente, la testimonianza di nulla più che un amore gratuito.
I giovani del vangelo
Chiamato dall’amico Filippo, è l’apostolo che ironizza sull’apparenza di Gesù (“Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?”), ma è anche quello che non si sottrae al suo sguardo e lo segue fidandosi della sua promessa: “Vedrai cose più grandi di queste!”.
Le scelte
In questa figura riconosciamo alcuni tratti caratteristici della nostra proposta:
- un’amicizia di credenti, ossia capace di condividere con l’amico l’esperienza di fede che stiamo facendo e le attese profonde sulla nostra vita, ascoltando l’altro e prendendoci cura anche della sua coscienza. Ciò significa anche accettare l’impegno educativo verso i più piccoli di noi.
- la capacità di intessere con tutti dei dialoghi della speranza, ossia di non lasciare le provocazioni evangeliche fuori dalle situazioni quotidiane di vita, cercando anche i luoghi e i momenti opportuni per mettere a confronto le “speranze” che animano noi, gli altri giovani e gli adulti che incontriamo.
Luoghi, strumenti e persone
– promuovere occasioni in cui fare esperienza di racconto della propria fede
– il servizio educativo in AC o in altri luoghi
– la partecipazione alle iniziative di formazione per educatori organizzate in associazione e nella comunità cristiana, a tutti i livelli
– le relazioni di amicizia, di fraternità e di collaborazione con altre realtà giovanili, ecclesiali e non
– per gli studenti, conoscere e promuovere le iniziative del Movimento studenti di AC nella scuola
2. PIETRO E GIOVANNI
L’amore per il Maestro li fa correre al sepolcro vuoto nel mattino di Pasqua. Nonostante la loro lunga consuetudine con Gesù, scoprono di non conoscerlo veramente. È così che diventa possibile l’incontro che li porterà a dare la vita per il Vangelo.
Le scelte
La coppia di apostoli, il Capo dei dodici e “colui che Gesù amava”, evidenzia un aspetto essenziale del profilo dei giovani di AC:
- il senso di Chiesa: una Chiesa che non percepiamo di fronte a noi, immobile, sorgente di precetti e di inesauribili “cose da fare”, ma che è per noi una casa accogliente. Una comunità di persone fragili, dove ci si ascolta e in cui, anche attraverso la tradizione viva, le testimonianze di santità e l’insegnamento, troviamo la strada per incontrare il Signore, il mistero della vita e tutti gli uomini.
Luoghi, strumenti e persone
– la partecipazione corresponsabile alla vita della propria comunità cristiana, parrocchiale e diocesana, nel dialogo con tutte le realtà presenti
– l’incontro e il dialogo tra le generazioni
– la scelta unitaria dell’AC
– i santi e i testimoni
– il Concilio
– la parola del Papa e dei vescovi
– la partecipazione attiva al gruppo, parrocchiale o interparrocchiale
3. TOMMASO
Sembra il più incredulo, vuole “toccare Gesù”, ma la sua caparbietà lo porta a slanci impensabili di fede.
Le scelte
Nella figura dell’apostolo Tommaso riconosciamo:
- la necessità di una esperienza formativa intesa come un laboratorio della fede, in cui “smontare” la fede per guardarvi dentro, passarla alla prova della vita e dei dubbi che affiorano anche in noi, affrontando ogni interrogativo che nasce dai grandi temi dell’attualità e mettendo in luce i criteri di giudizio e le dinamiche esistenziali da accogliere o abbandonare.
- l’importanza della corporeità, del “toccare Gesù” in quel luogo della sua presenza che è anche l’altro, il mondo affettivo, il povero.
- la concretezza del cammino formativo, che non è solo lavoro intellettuale, e conduce alla scoperta e all’esercizio della laicità come vocazione.
Luoghi, strumenti e persone
– gli itinerari formativi
– gli esercizi di laicità, quali l’attenzione ai problemi del territorio e il dialogo con gli organismi sociali, culturali e politici
– le scuole della partecipazione, ossia iniziative di approfondimento e di proposta sui temi dell’attualità
– le pubblicazioni dell’associazione
4. IL GIOVANE RICCO
E’ il giovane in ricerca (“Cosa devo fare per avere la vita piena?”), ma è bloccato dalla paura della solitudine, della povertà, del rischio di seguire Gesù. Vuole trattenere tutto a sé. Non comprende che Gesù si fida di lui e lo ama così è.
Le scelte
L’incontro tra Gesù e il giovane ricco ci indica:
- la necessità di metterci, sempre, in atteggiamento di ricerca, di ascolto e di accoglienza della vita, facendo spazio alla novità del Vangelo, disponibili a cambiare le nostre prospettive limitate. Riconoscendo l’amore di Dio per noi impariamo ad amare e sperimentiamo, nella povertà delle Beatitudini, la vera libertà, quella di chi ama!
Luoghi, strumenti e persone
– l’accompagnamento spirituale
– scelte di sobrietà e di responsabilità nell’uso dei beni, dei mezzi di comunicazione e nel tempo libero
5. LAZZARO
Lazzaro rappresenta il passaggio dalla malattia, alla morte, alla vita. A Lazzaro, infatti, non sono risparmiate le sofferenze e neppure la morte, ma gli viene anche ridonata la vita.
Le scelte
Nella figura di Lazzaro intuiamo:
- uno stile di gratitudine e di gioia che caratterizza la vita quotidiana, le relazioni e gli impegni che assumiamo, certi della presenza e della fedeltà del Signore in ogni momento, anche nell’esperienza del dolore.
Luoghi, strumenti e persone
– vivere il giorno del Signore, curando la partecipazione comune e attiva alla liturgia
– la preghiera
– i sacramenti
6. MARTA E MARIA
Marta e Maria, in maniera diversa, scelgono Dio, ospitandolo nella loro casa. Grate per la sua presenza, lo ascoltano e lo servono, mettendolo al centro della loro vita.
Le scelte
Nelle due figure di Marta e Maria riconosciamo altri elementi fondamentali della nostra proposta:
- il primato dello spirituale, inteso non come astrazione o svalutazione del mondo, ma come sguardo contemplativo che sa tenere gli occhi fissi sul volto di Gesù e su quello dei fratelli.
- la scelta del discernimento cristiano come strumento per fare unità tra la fede e la vita, integrandone i frammenti senza subirli come semplici spettatori della nostra esistenza.
- l’importanza di esprimere la nostra maturità di giovani cristiani, nell’impegno di carità come responsabilità verso il bene comune, nella gratuità del dono di sé come stile del servizio, dei rapporti e degli impegni quotidiani.
- vivere l’ideale associativo non come un elenco di “cose da fare”, ma anzitutto come uno stile evangelico nella vita personale e per una presenza responsabile nella Chiesa e nel mondo.
Luoghi, strumenti e persone
– la regola spirituale del giovane di AC
– la lettura quotidiana della parola di Dio
– partecipare a momenti di spiritualità, quali weekend, ritiri ed esercizi spirituali
– gli esercizi di discernimento
– il volontariato ed esperienze di servizio
- Riconosciamo in questo profilo i tratti significativi della proposta che l’AC, oggi, è chiamata a fare ai giovani?
- Queste scelte sono praticabili?
- Ci sono altre scelte necessarie, oggi?